Titolo: Rosa. Storia di un colorei
Casa Editrice: Ponte alle Grazie
Anno: 2024
Dalla seconda di copertina:
Benché presente nel mondo naturale, dai vegetali ai minerali e agli animali, il rosa è stato prodotto dagli esseri umani in epoca relativamente tarda. In Europa prima del XIV secolo lo si incontra raramente, sia nella cultura materiale sia nell'arte, mentre appare con una certa frequenza nell'abbigliamento alla fine del Medioevo grazie a una tintura importata inizialmente dalle Indie e poi dal Nuovo Mondo, il legno di brasile. La moda del rosa raggiunge il suo apice attorno alla metà del XVIII secolo, quando questo colore viene associato al romanticismo e alla femminilità e diviene simbolo di dolcezza, piacere e felicità. Nello stesso periodo, i floricultori riescono a produrre delle rose rosa, e con un successo tale che il nome del fiore finisce per designare il colore che fino a quel momento era stato confinato nella gamma dei gialli o dei rossi. Oggi il rosa è meno presente nella vita quotidiana rispetto all'epoca romantica, e si caratterizza per una certa ambivalenza: se secondo alcuni è di cattivo gusto, secondo altri è un colore emblematico della modernità, e lo troviamo nella pop art o nella cosiddetta pink culture, ma anche in due fenomeni di grande successo: il rosa Barbie e la Pantera rosa.
Dalla quarta di copertina:
Quella del rosa è una storia incerta e travagliata, difficile da ricostruire perché il colore rinarra a lungo sfuggente, precario, fragile e immune a ogni tentativo di analisi o di sintesi. È probabilmente questo il motivo per cui gli studi su questo colore sono così rari.” A colmare la lacuna provvede Michel Pastoureau ripercorrendo la storia del rosa nelle società europee dalla preistoria fino a oggi. Con l’aiuto di un ricchissimo apparato iconografico, veniamo guidati alla scoperta di tutti gli aspetti di questo colore che per secoli non ha neppure avuto un nome, pur essendo presente nella cultura materiale e nella produzione artistica.
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